Corinna Barnard intervista due dei "Merrimack 4", attivisti che rischiano la prigione il 14 novembre per la loro azione diretta su una sussidiaria statunitense del fornitore di armi israeliano Elbit. Prima di due parti.
Lawrence Davidson sul fallimento dell'editorialista del New York Times nel riconoscere lo squilibrio della violenza nell'intera storia del conflitto israelo-palestinese.
Marjorie Cohn spera che il movimento politico nei campus universitari americani possa cambiare le regole del gioco nel fermare il genocidio di Israele sostenuto dagli Stati Uniti.
L’opinione pubblica statunitense dovrebbe ormai rendersi conto che invece di fermare il genocidio, l’autorità istituzionale e mediatica statunitense sta attivamente reprimendo le grida per fermare l’omicidio di massa commesso con la complicità degli Stati Uniti, scrive Elizabeth Vos.
L'archiviazione segna la terza volta consecutiva che un tribunale federale ha archiviato il caso del Jewish National Fund contro la Campagna statunitense per i diritti dei palestinesi.
L'American Anthropological Association è diventata il più grande gruppo scolastico statunitense ad approvare una risoluzione per boicottare le istituzioni educative israeliane, riferisce Peoples Dispatch. La misura non si estende ai singoli accademici.
Notate come il Libro sacro dell'Islam viene profanato ogni volta che l'Occidente attraversa una crisi e cerca disperatamente di innescare una frenesia pubblica anti-musulmana o di distrarre dai propri fallimenti, scrive Ramzy Baroud.
La sentenza a favore del cofondatore dei Pink Floyd è stata salutata come una vittoria per la libertà artistica e, come ha affermato un attivista per i diritti dei palestinesi, “un fallimento epico per la lobby israeliana”.
Marjorie Cohn parla della decisione della Corte Suprema di lasciare in vigore la legge statale anti-BDS e di ignorare i precedenti legali che proteggono il diritto al boicottaggio ai sensi del Primo Emendamento.