Coloro che pretendono di guidare e parlare a nome del mondo occidentale sembrano aver rotto il loro vergognoso silenzio, 18 mesi dopo l'inizio della primitiva ferocia dello Stato sionista.
L'emittente pubblica presenta l'evidente crimine contro l'umanità perpetrato da Israele come una questione geopolitica estremamente complessa che il suo pubblico non può sperare di comprendere.
La scorsa settimana, trentasette stati, l'ONU e ONG internazionali hanno condannato presso la Corte internazionale di giustizia il rifiuto di Israele di fornire aiuti alla popolazione affamata di Gaza, riferisce Marjorie Cohn.
Medea Benjamin racconta l'attacco alla Conscience, una nave della Freedom Flotilla Coalition, che dal 2008 sfida il blocco marittimo israeliano di Gaza.
Si stima che ci vorranno 80 anni per ricostruire Gaza, scrive Jonathan Cook. Come potrà uno “stato palestinese sovrano e vitale” o un “futuro migliore” emergere da rovine di quella portata?
Jonathan Cook smonta la risposta di Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, alla feroce operazione militare israelo-americana di sabato nel campo profughi di Nuseirat che ha massacrato più di 270 palestinesi.
Il presidente degli Stati Uniti potrebbe far arrivare gli aiuti a Gaza molto più velocemente, se lo volesse, scrive Jonathan Cook. Il suo calendario per aiutare i palestinesi è dettato dal programma delle elezioni presidenziali.
Israele ha pianificato a lungo la caduta dell’UNRWA, consapevole che rappresenta uno dei maggiori ostacoli allo sradicamento dei palestinesi come popolo, scrive Jonathan Cook.