Mona Ali Khalil elenca i crimini di Israele dalla A alla Z e afferma che le Nazioni Unite devono adempiere alla propria responsabilità di proteggere i civili a Gaza e ritenere responsabili tutti i responsabili di atrocità di massa.
I prossimi anni dimostreranno che la crisi di legittimità internazionale, derivante dall'abuso di potere, difficilmente potrà essere risolta con cambiamenti e riforme superficiali, scrive Ramzy Baroud.
Il governo albanese può continuare a ignorare le richieste di indipendenza nazionale in politica estera, oppure può iniziare a esaminare seriamente le accuse di complicità, scrive Margaret Reynolds.
Descrivendo la situazione a Gaza come “ora così terrificante da essere indicibile”, Pretoria chiede alla Corte Mondiale di adottare ulteriori misure per fermare il genocidio di Israele.
Creare condizioni che minaccino la sopravvivenza di tutta o parte di una data popolazione rientra nella definizione stessa di genocidio ai sensi del diritto internazionale, scrive Phyllis Bennis.
Con decine di migliaia di palestinesi massacrati, Panorama ha scelto di consegnare il microfono proprio ai militari responsabili dell’omicidio, scrive Jonathan Cook.
Tra le nazioni che partecipano al procedimento della Corte Internazionale di Giustizia sull'occupazione israeliana, solo gli Stati Uniti e le Fiji stanno sollecitando la corte a non emettere un parere che dichiari illegale l'occupazione di quasi sessant'anni del territorio palestinese.
La Conferenza sulla sicurezza di Monaco di quest'anno era, com'era prevedibile, tutta incentrata sul pericolo immaginario che i russi intendano procedere verso ovest verso l'Europa non appena finiranno in Ucraina.
Antony Lerman afferma che la risposta di Israele alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia continua uno stratagemma vecchio di decenni per neutralizzare le critiche e generare simpatia per lo Stato ebraico