Il partito politico e il gruppo militante che chiede la liberazione della Palestina hanno tenuto conto delle condizioni interne e regionali nella loro risposta alla guerra genocida di Israele.
Phyllis Bennis sostiene che l'uccisione di Haniyeh a Teheran è stata una provocazione deliberata che corrisponde all'obiettivo di lunga data di Netanyahu di coinvolgere gli Stati Uniti in una potenziale guerra tra Israele e Iran.
Dal Libano alla Siria, allo Yemen, all'Iraq e all'Iran, le possibilità di espansione del conflitto sono enormi, scrivono Medea Benjamin e Nicolas JS Davies.
MK Bhadrakumar analizza gli sviluppi degli ultimi giorni, compreso l'annuncio degli Stati Uniti di schierare un enorme sottomarino nucleare vicino alla zona di guerra.
Israele dovrà liberare i suoi territori occupati e fare spazio allo Stato di Palestina, scrive MK Bhadrakumar. Questa schiacciante sconfitta per gli Stati Uniti segnerà la fine del loro dominio globale.
Sono incomparabili sotto molti aspetti, scrive As`ad AbuKhalil. Ma ciascuno di essi, nell’epoca da lui plasmata, ha dominato la posizione araba nei confronti di Israele.
Hezbollah in un primo momento ha sostenuto e poi ha ritirato il sostegno alle proteste di piazza in Libano, in parte a causa del suo sostegno alle politiche economiche neoliberiste e della sua lealtà al governo 'Awn, scrive As`ad AbuKhalil.
Quelli della comunità sciita che hanno protestato contro il leader di Hezbollah hanno portato il gruppo in un territorio relativamente inesplorato, scrive Giorgio Cafiero.