Sette persone, tra cui diplomatici iraniani e un comandante anziano del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, sono state uccise lunedì nell'attacco aereo israeliano contro il consolato di Teheran a Damasco.
Gli americani capiranno se stessi in modo meno fantastico se considereranno fino a che punto la fine del sistema di servizi selettivi, mezzo secolo fa, diede loro il permesso di addormentare il loro sé pubblico.
Il modello occidentale di continua escalation della politica del rischio calcolato sul nucleare in Ucraina ha incentivato la Russia ad intensificare le proprie aggressioni direttamente contro la NATO.
Si può vedere il luccichio di questo conflitto incombente negli occhi degli imperialisti occidentali già in un’intervista del 1902 con Winston Churchill, pubblicata un anno dopo la morte del leader britannico.
Le scintille volano attorno a punti critici che potrebbero innescare una guerra nucleare, in Crimea e altrove. Dobbiamo iniziare a organizzarci contro coloro che vorrebbero portare la nostra specie all’estinzione.
I recenti commenti dell’ex primo ministro israeliano Bennett sulla repressione dei suoi sforzi di mediazione nei primi giorni della guerra aggiungono ulteriore prova al crescente numero di prove che le potenze occidentali sono intenzionate a cambiare regime in Russia.
Il messaggio a Mosca a questo punto – con la riduzione dell’escalation e la distensione del tutto assenti dal discorso pubblico – è che verranno schiacciati sempre più duramente finché non attaccheranno la stessa NATO.
Il modo in cui gli Stati Uniti hanno posizionato la propria macchina bellica attorno alla Cina avrebbe scatenato una terza guerra mondiale se i ruoli fossero stati invertiti. Ciononostante, all’interno dell’impero statunitense si parla solo di “aggressione” cinese.
Nel frattempo, il Pentagono dà il via libera al suo rappresentante ucraino per lanciare attacchi a lungo raggio contro obiettivi all’interno della vicina superpotenza nucleare. Non molto tempo fa questo era impensabilmente terrificante. Questo è dove siamo adesso.
Se ci sarà una guerra calda tra gli Stati Uniti e una grande potenza, sarà il risultato della scelta degli Stati Uniti di escalation invece di allentamento, di politica del rischio calcolato invece che di distensione – non solo una volta ma ancora e ancora.