Gli Stati Uniti stanno provocando un conflitto a causa delle proprie ansie riguardo ai progressi economici di Pechino, scrive Vijay Prashad. Non dobbiamo lasciarci coinvolgere.
Per gli Stati Uniti è impensabile che il colosso dei semiconduttori TSMC possa un giorno trovarsi nel territorio controllato da Pechino, scrive Maria Ryan.
Qualunque cosa la gente possa pensare negli Stati Uniti sull'uccisione di al Zawahiri nel mezzo della capitale afghana, a 7,000 miglia di distanza, è improbabile che la sicurezza sia in cima alla lista, scrive Phyllis Bennis.
La riluttanza di Biden a evitare chiaramente una simile visita riflette lo stile insidioso del suo approccio conflittuale nei confronti della Cina, scrive Norman Solomon.
Stiamo assistendo al graduale smantellamento dell’ambiguità strategica a favore della chiarezza sollecitata dal bellicoso segretario di Stato di Trump, Mike Pompeo.
Lunedì il presidente ha fatto seguito alle sue osservazioni svelando un patto commerciale indo-pacifico progettato per promuovere gli interessi aziendali statunitensi e contrastare l’influenza cinese nella regione.
La NBC ha collaborato apertamente con un think tank finanziato dal Pentagono per iniziare a normalizzare l’idea di una guerra calda degli Stati Uniti con la Cina.
Sia le élite politiche liberali che quelle conservatrici nel corridoio del potere New York-Washington sono state in cima al mondo per così tanto tempo che non riescono a ricordare come ci sono arrivate, scrive Alfred McCoy.