Radio New Zealand (RNZ), ad esempio, afferma di aver deciso di non trasmettere o riportare le osservazioni di un ospite palestinese perché “avrebbe rubato tempo prezioso” agli intervistati, scrive Mick Hall.
Hügo Krüger spiega come Pretoria possa sfruttare la sua posizione di non proliferazione nucleare per fare pressione e isolare a livello internazionale il governo Netanyahu per la sua politica di apartheid e di attacco a Gaza.
L’economista e consigliere delle Nazioni Unite Jeffery Sachs ha dichiarato lunedì al Consiglio di sicurezza dell’ONU come le guerre in Ucraina, Gaza, Siria e nel Sahel possano essere rapidamente poste fine.
Sam Husseini suggerisce come sfruttare l’indignazione globale per indurre un paese a invocare la Convenzione sul genocidio contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia.
Dopo l'incontro dei ministri degli Esteri e della Difesa di Stati Uniti e India, il parlamentare Bhadrakumar ha affermato che Delhi sta abbandonando la sua ambivalenza strategica e si sta unendo alla posizione contraddittoria di Washington nei confronti della Cina.
Con l’obiettivo dichiarato di fornire “contesto”, The Guardian ha invece distrutto il contesto storico che mette in una luce molto cupa la politica estera occidentale nei confronti del Medio Oriente, scrive Joe Lauria.
Il problema di Israele non è che la gente venga propagandata per portarla a odiarlo, è che un numero sufficiente di persone non viene propagandato con successo per spingerlo a sostenerlo.
Le armi e le tecnologie di sorveglianza israeliane stanno cementando un totalitarismo aziendale sovranazionale, schiavizzando le popolazioni in modi che i regimi totalitari del passato potevano solo immaginare.
In testa alla classifica del multilateralismo ci sono le Barbados, con un record di voti che Jeffrey Sachs e Guillaume Lafortune elogiano come modello globale. La guerra, il clima, le sanzioni e il blocco cubano mettono gli Stati Uniti all’ultimo posto.
Non c’è dubbio che il bombardamento da parte di Israele dei civili palestinesi e la loro privazione di cibo, acqua e altre necessità di vita costituiscano motivo per invocare la Convenzione sul genocidio del 1948.